Dieta vegana, cosa fare con il nostro cane e gatto

Giacomo Biagi 
Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università degli Studi di Bologna. 
Presidente della Società Italiana di Alimentazione e Nutrizione Animale (SIANA).

La crescente adozione di un regime alimentare vegano da parte degli esseri umani è un dato di fatto, dettato da motivazioni etiche, religiose ed anche “comportamentali”.

È altrettanto crescente, negli ultimi tempi, il numero di persone che convivono con “un quattro zampe”. L’adozione di un cane o di un gatto è un fenomeno in aumento, per motivi diversi e complessi, tra i quali la necessità di trovare in qualche modo una sorta di impegno consolatorio, in un periodo minato gravemente dalla pandemia.

Come conciliare questi due aspetti, la scelta di seguire una dieta vegana e quella di adottare un animale carnivoro? 

Per prima cosa, diamo una definizione corretta di dieta vegana e distinguiamone la composizione da quella vegetariana. 

La dieta vegana è quella che esclude tutti gli alimenti di origine animale, viceversa la dieta vegetariana esclude la “carne”, o gli organi degli animali in genere, pesce incluso, per cui nella dieta vegetariana possono essere utilizzati uova, formaggio, latte, miele, che invece nella dieta vegana non sono impiegati.

Esistono rischi per il cane ed il gatto, nell’adottare una dieta vegana?

La risposta è sì. Bisogna fare intanto una distinzione importante fra cane e gatto.

Un primo esempio è rappresentato dagli acidi grassi essenziali omega tre e omega sei: il gatto non sa usare i precursori che si trovano negli alimenti di origine vegetale e deve quindi ingerire direttamente gli acidi grassi già formati dall’animale (la sua preda). 

La taurina: per il gatto è un aminoacido essenziale, che si trova solo nei tessuti animali. 

La vitamina A è un altro esempio, in quanto, come vitamina attiva, si trova solo nei tessuti animali. Mentre l’uomo, come anche i cani, è capace di trasformare il beta-carotene presente negli alimenti di origine vegetale, in vitamina A, il gatto questa capacità non ce l’ha. 

La vitamina B12, che si trova di fatto solo negli alimenti di origine animale, anche se in parte prodotta dal microbiota intestinale, pure se spesso non in quantità sufficienti. 

Il ferro o altri minerali essenziali, come lo zinco, pur essendo presenti in quantità più o meno importante negli alimenti di origine vegetale, in genere sono poco disponibili. 

Pertanto, è molto concreto il rischio che il gatto vada in carenza di nutrienti qualora gli venga imposta una dieta vegana. 

Esistono vantaggi, per l’animale che si alimenta in modo vegano?

La risposta è no. Se l’animale è sano, non esistono assolutamente vantaggi, ma si possono verificare situazioni particolari di animali allergici o intolleranti a proteine di origine animale e allora magari la dieta vegana serve a risolvere questi problemi “naturali”.

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