La salute dell’aria
Mauro Prada
Fisico presso ARPA Lombardia.
La respirazione è una cosa importante, tanto che è un’azione involontaria, in modo da non dimenticarcene…ma cosa respiriamo? Com’è la salute dell’aria che respiriamo?
Innanzitutto, un consiglio: respiriamo con il naso!
Questo, oltre a darci delle utili indicazioni tramite il riconoscimento degli odori – di cui potremmo trattare in un prossimo articolo – permette di filtrare l’aria: le cavità nasali sono infatti provviste di folti e lunghi peli, chiamati vibrisse che riescono a intrappolare buona parte delle particelle.
Le particelle di polvere (PM) rappresentano il principale fattore di inquinamento nel periodo invernale, in quanto generate direttamente dai sistemi di combustione e in via secondaria a partire da altri gas inquinanti (come gli ossidi di azoto, NOx), che favoriscono l’aggregarsi di atomi a formare particelle ultrafini.
Le particelle, e in generale gli inquinanti da combustione e i composti organici volatili non si trovano solo sulle strade trafficate e nelle città, ma possono concentrarsi anche nelle nostre abitazioni (inquinamento indoor) è bene quindi effettuare il ricambio d’aria ogni giorno.
All’interno delle abitazioni e negli ambienti urbani, può essere presente in maniera significativa il monossido di carbonio (CO), questo è un gas incolore e inodore derivato principalmente dalla combustione, molto tossico per l’uomo.
Nel periodo estivo è invece l’ozono (O3) ad essere l’inquinante che desta più preoccupazione in quanto, derivando da reazioni fotochimiche (favorite cioè dai raggi solari), raggiunge concentrazioni elevate nelle ore calde della giornata: è consigliato non uscire in queste ore, soprattutto ad anziani e bambini.
Una buona notizia arriva invece dagli ossidi di zolfo (SOx), la cui elevata concentrazione in passato ha causato fenomeni di pioggia acida e smog, negli ultimi anni si è avuto una diminuzione netta di questo inquinante grazie all’uso di combustibili a basso contenuto di zolfo.
Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono composti inquinanti presenti nell’atmosfera in forma di vapore o adsorbiti al particolato e derivano dai processi di combustione incompleta. Oltre alle sorgenti naturali (vulcani e incendi boschivi) le principali fonti di emissione antropiche sono il traffico autoveicolare (scarichi dai motori a benzina e diesel) e i processi di combustione di materiali organici contenenti carbonio (ad esempio biomassa e carbone). Il più noto idrocarburo appartenente a questa classe è il Benzo(a)pirene B(a)P, classificato dallo IARC come cancerogeno per l’uomo.
In Italia si ha una situazione critica nelle aree densamente abitate e in particolare nel bacino padano (una delle zone più critiche dell’intera Europa), in questo contesto si stanno predisponendo politiche per il miglioramento della qualità dell’aria:
- limitazioni progressive della circolazione dei veicoli più inquinanti,
- regolamentazione dell’uso dei caminetti a legna,
- definizione ed adozione di “standards” emissivi comuni per le attività produttive e per le sorgenti civili,
- miglioramento dell’inventario delle emissioni INEMAR (Inventario EMissioni ARia), a supporto dell’elaborazione e della verifica dei piani e programmi regionali infatti grazie a questo strumento di pubblica consultazione è possibile avere una panoramica territoriale di quali sono le zone con i maggior rilasci di emissioni inquinanti in atmosfera; per ogni inquinante è possibile analizzare quali sono le attività economiche, agricole o industriali che contribuiscono maggiormente all’emissione.