Giorni di ordinaria follia in Farmacia (4/6)

Le mascherine

A cura di C. P.

Anche qui, una lista d’attesa infinita, innumerevoli telefonate ad ogni minuto, minacce, questione di vita o di morte.
La titolare in un impeto di creatività s’impegnò a fare dei cartelloni che cantavano a lettere cubitali “NON CI SONO MASCHERINE”. Inutili. Il vecchietto entrava, li leggeva e poi “ma le mascherine non sono ancora arrivate?”.

dottorè, io ho BISOGNO di una mascherina!” “signora, mi dispiace, ma non riusciamo ad averle!” “MA COME! Voi le avete sicuro e non ce le date!

dottorè, dai, dammi la tua di mascherina. Tanto ti arrivano e poi tu te la compri

a me de lu virusse non me ne frega, non ci credo, non mi fa gnende. A proposito, c’avete le mascherine?

dottorè come faccio? Mio marito lavora e deve avere le mascherine!” “signora, mi dispiace davvero ma non posso aiutarla. Non ne abbiamo neanche per noi” “si ma io come faccio? Non si trovano da nessuna parte!” “lo so signora, glielo sto dicendo. Non si trovano, non ne abbiamo!” “ma non posso neanche uscire per cercarle, mi dice lei come posso fare?”. Così in loop.

4 mascherine, dottorè, grazie.” “non le abbiamo, signore. Né una né 4.” “eddai su. Vammele a prende che c’ho fretta.”

ma noi anziani come dobbiamo fa? Siamo a rischio! Mi DEVE dare una mascherina!” “signora, esca il meno possibile, si faccia portare la spesa” “da chi?? Mio figlio non capisce niente e io a casa mi annoio”. Una battaglia persa.

Poi le mascherine arrivarono. La luce infondo al tunnel. La gente si sposta con le mascherine, entra con la sua mascherina professionale in barba a medici, infermieri e paramedici che sono senza, si avvicina al banco e con la mano la sposta per parlare.
La mascherina, ffp2 raccattata chissà da dove, con filtro e tutto, agguantata dal davanti viene fatta scivolare sotto al naso, sul collo, sulla fronte, sfilata e appoggiata sui pochi cm di bancone liberi su cui è passato chissà chi. C’è stato anche chi è entrato, bello baldanzoso con un cappellino da tennis stile americano e la mascherina appoggiata sopra la visiera.

“signora, non se la tolga per parlare con me! La mascherina ha un senso solo se non la tocca con le mani!” “eh ma io non respiro!” “eh ma non riesco a parlare” “eh ma non la sento” (giuro!)

C’è stato chi per leccare il dito nel gesto di sfogliare le ricette, ha leccato anche il bordo della mascherina. C’è chi la mette al contrario, con ferretto a stringere saldamente il mento e le eventuali scritte di riconoscimento a testa in giù. C’è chi la indossa solo sulla bocca. C’è chi con la mascherina indossata si gratta con le dita una narice. C’è chi ne indossa una chirurgica sotto e una con filtro sopra. C’è chi porta la chirurgica e sopra mette un passamontagna o il collo alto di un maglione o il bavero della giacca. C’è chi la mascherina non ce l’ha ma la sciarpa va bene uguale. C’è chi parla con una mano davanti alla bocca.

C’è chi se l’è costruita con la carta forno, come dai migliori tutorial di youtube, e la porta fieramente in giro ormai unta e bisunta, con i bordi sfilacciati, chi con un materiale che a me personalmente è sembrato scottex privo di disegni.
L’ultima moda sono quelle lavabili, che tradotto significa di stoffa, che semplificato significa vecchie federe riadattate. Ho un cliente, che giustamente viene 4-5 volte a settimana e ne sfoggia una con una fantasia tipo cachemire sul blu veramente notevole, ma non è l’unico. C’è chi ce l’ha a scacchi, chi rosa, chi azzurra con gli elastici neri, chi rossoblu, chi rossonera, chi con i pupazzetti. Moda primavera/estate 2020 quarantena edition.

In tempi ancora più recenti, la domanda più frequente è: “dottorè, sono arrivate le mascherine quelle gratis?

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