Un bambino celiaco e l’uso dello smartphone a scuola
Purtroppo ho appena scoperto che mio figlio, 6 anni, è celiaco. Nausea, inappetenza, diarrea persistente e rallentata crescita ci hanno messi in allarme e gli anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio elevati hanno confermato. Adesso andrò al Centro del Policlinico che si occupa della malattia. Ma in famiglia non ci sono casi, perché è successo?
Guardi, secondo le statistiche più recenti, i celiaci sono in aumento in maniera netta e decisa, non soltanto in Italia ma in tutto il mondo. In 25 anni i casi di celiachia sono praticamente raddoppiati in Italia tra i bambini in età scolare. In Italia i celiaci diagnosticati sono attualmente circa 225.000, di cui circa 52 mila nella fascia di età 6 mesi- 17 anni, tuttavia si stima che in realtà siano il triplo perché molti pazienti non sono diagnosticati. Per questo gli esperti suggeriscono uno screening a tappeto ai fini di una diagnosi precoce anche per quei casi a- o pauci-sintomatici. Secondo le nuove linee guida della Società europea di gastroenterologia pediatrica, la diagnosi può essere posta senza necessità della biopsia intestinale, ma basta la presenza di valori molto elevati di anticorpi antitransglutaminasi e la conferma della positività degli anticorpi anti-endomisio.
Secondo lei, devo consentire o proibire ai miei figli che frequentano la prima e la terza media di portare lo smartphone in classe? Sembra che oggi con i figli adolescenti come fai sbagli!
Ovviamente dipende anche dal regolamento della scuola. In taluni casi, il telefonino viene usato per lo studio, rientrando nell’educazione digitale del giovane. Quindi la sua concessione o meno è relativa all’uso che se ne fa. Disporre del proprio telefonino in classe per lo studio rientra nel progetto “Bring Your Own Device” (BYOD) del Piano Nazionale per la Scuola, ossia ogni studente col suo accesso a internet. Noi adulti tendiamo un po’ a demonizzare internet, ma in realtà proprio in virtù del suo uso le nuove generazioni appaiono più in grado delle precedenti di analizzare, confrontare e condividere informazioni, esperienze e contenuti, il che li rende protagonisti di una “nuova rivoluzione culturale”.