Un ragazzino obeso

Ho un bambino di 8 anni che pesa 52 kili per 1,40 di altezza. Il pediatra mi ha allarmata che siamo nel range dell’obesità. Cosa mi consiglia?

Per stabilire e monitorare come procede la crescita dei bambini in peso e in altezza noi Pediatri utilizziamo i percentili di crescita (o diagrammi percentili) che rappresentano l’unità di riferimento della crescita rispetto ai parametri definiti dall’Organizzazione Mondiale delle Sanità.

Quando il bambino si trova tra il quinto e il novantacinquesimo percentile rientra nel range della normalità, anche se la media è il cinquantesimo, quindi più se ne allontana più è fuori dalla media, in un estremo o nell’altro. Invece se il bambino si trova al di sotto o al di sopra delle due soglie è opportuno pensare all’esistenza di un problema. Il suo bambino in peso supera il 95esimo, in altezza è sul 95esimo.

Oltre a questi parametri, è importante per lo studio dei problemi di peso calcolare il BMI o Indice di Massa Corporea, che consiste nella divisione del peso, espresso in chilogrammi (kg), per il quadrato della statura espressa in metri (m): kg/m2. Il calcolo per suo figlio risulta 26,53, che rientra in un range di peso patologico (anche per questi valori ci sono dei percentili).

Purtroppo, il problema del sovrappeso/obesità nei bambini è un’emergenza planetaria, e proprio in Italia abbiamo il primato europeo di prevalenza dell’obesità nei bambini. Gli studi ci informano inoltre che l’80% dei bambini obesi resta tale da adulto. L’Oms in un recente documento sottolinea che l’obesità va considerata una malattia cronica complessa che nella sua storia naturale, senza interventi continuativi, tende spontaneamente a perdurare e aggravarsi, per cui resta fondamentale un intervento precoce, a partire addirittura da prima del concepimento.
L’Oms raccomanda anche di contrastare l’ambiente obesogenico, costituito dal pressante marketing di cibo non salutare attraverso social, influencer, app di delivery, inserzioni pubblicitarie e video game e dalla mancata consapevolezza della popolazione generale e dei professionisti della salute sul tema del sovrappeso.

E’ errato pensare che l’obesità sia la conseguenza di un comportamento individuale scorretto, pensiero che è responsabile dello stigma del peso, cioè della colpevolizzazione di chi è in sovrappeso.
Se capiamo che l’obesità è una malattia, l’obiettivo della sua cura sarà il recupero della salute, non la riduzione di peso o BMI.  In definitiva, per il suo bambino il consiglio è un intervento che preveda un cambiamento dello stile di vita esteso all’intera famiglia.
In particolare, va potenziato il concetto non del raggiungimento del peso forma ma del miglioramento dello stato generale di benessere. Vanno combinati un regime alimentare accettabile e sostenibile con un’attività fisica regolare e crescente. Il progetto di cambiamento dovrebbe prefiggersi un decremento ponderale graduale, in cui la restrizione calorica sia di modesta entità, accompagnata da un miglioramento della consapevolezza sul cibo e della qualità dell’alimentazione con il giusto equilibrio fra i diversi nutrienti.

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