Allarme infezioni sessualmente trasmissibili (IST)

I primi riscontri post-pandemia fanno temere un aumento dei contagi. Prevenzione: parola chiave

L’estate e i viaggi implicano un incremento delle relazioni tra individui, tanto più desiderate dopo due anni condizionati dalle restrizioni per la pandemia. Questo contesto può favorire rapporti sessuali occasionali, con il rischio di infezioni sessualmente trasmesse da: virus dell’immunodeficienza umana in primis (HIV), ma anche virus dell’epatite, papilloma virus e batteri (clamidia, gonorrea, sifilide).
La prevenzione resta fondamentale: eppure, proprio mentre la lotta all’HIV segna dei successi grazie alle nuove strategie terapeutiche, il quadro delle altre IST è composito e preoccupante. Questo è uno dei temi affrontati all’ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research) 2022.

Le anticipazioni dell’osservatorio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) – I dati dei sistemi di sorveglianza sentinella delle IST indicano che, a fronte di un andamento in continuo aumento del numero di casi di IST osservato da oltre 10 anni, nel 2020 si è verificato un calo di casi rilevante, di circa un quarto rispetto all’anno precedente.

Barbara Suligoi, responsabile del Centro Operativo AIDS dell’ISS, specifica che anche i test effettuati per le IST si sono ridotti di circa un terzo rispetto all’anno pre-COVID. Una conseguenza della riduzione forzata dell’attività in molti centri specialistici, della diminuita affluenza delle persone ai servizi di diagnosi e cura e, forse, anche della ridotta esposizione a contatti sessuali a rischio. Quindi, meno visite, meno test e meno persone diagnosticate in tempo.

Nonostante questa riduzione dei numeri assoluti, tra i maschi che fanno sesso con maschi si è osservato un aumento del numero di diagnosi, in particolare di clamidia, gonorrea e sifilide.

Clamidia, gonorrea, sifilide: alta trasmissibilità e aumento della resistenza ai farmaci – Da circa un decennio l’aumento delle infezioni da clamidia, gonorrea, sifilide è costante, per motivi diversi: migliorata sensibilità diagnostica, elevata trasmissibilità dei virus, limitata prevenzione. L’infezione da clamidia ha un trend globale in aumento.

Lucia Taramasso ricorda che non è facile diagnosticarla, in quanto può essere asintomatica, ma può provocare gravi sequele, se non trattata. Fino al 30% delle donne con infezione da clamidia non trattata può sviluppare la malattia infiammatoria pelvica, che a sua volta può comportare problemi di fertilità o complicanze nella gravidanza. L’infezione si può manifestare con uretrite e cervicite, proctite, faringiti. Inoltre, la trasmissione dell’infezione dalla madre al neonato durante il parto può comportargli l’insorgenza di problemi oculari o polmoniti. Esiste un trattamento antibiotico ampiamente disponibile.

Lucia Taramasso.
Infezioni sessualmente trasmissibili
Lucia Taramasso, Infettivologa
IRCSS Policlinico San Martino, Genova

L’infezione da gonococco è la seconda malattia sessualmente trasmessa nel mondo, dopo quella da clamidia ed è in aumento. In Italia, da 573 casi del 2013 si è passati a 850 del 2017, 1.4 ogni 100mila abitanti. Le conseguenze possono essere: gravidanze ectopiche, infertilità, aumento di trasmissibilità di altre IST, uretriti, proctiti, faringiti.

La preoccupazione principale però riguarda la crescente resistenza del batterio a diverse classi di antibiotici, con limitazione all’uso di quelli attualmente efficaci.

In Italia, la sifilide è l’infezione batterica sessualmente trasmessa più diffusa (1631 casi segnalati nel 2017, ossia 2.7 ogni 100mila abitanti), con un aumento del 35% rispetto al 2015. La sifilide si evidenzia in varie fasi: una papula o nodulo nella zona del contatto con il batterio, a cui seguono sintomi sistemici, fino a gravi conseguenze a carico del sistema nervoso centrale dopo alcuni anni. Esiste un trattamento antibiotico efficace che evita le conseguenze a lungo termine.

Rischi dell’infezione da papilloma virus (HPV) e calo delle vaccinazioni nel 2020 – L’infezione da HPV si contrae per via sessuale ed è la più comune al mondo. Si può prevenire grazie alla vaccinazione, particolarmente efficace soprattutto se realizzata in età pre-adolescenziale.

Il programma di vaccinazione mondiale in corso dal 2017 dimostra un calo delle lesioni pre-neoplastiche provocate dall’HPV nelle donne vaccinate prima dei 26 anni di età. In Italia, preoccupa tuttavia il calo dei vaccini nel 2020, rilevato dal Ministero della Salute: la copertura vaccinale media verso l’HPV nelle ragazze è sotto la soglia ottimale prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (95% nel dodicesimo anno di vita); ancora più lontana è quella dei ragazzi.

Nicola Squillace
Infezioni sessualmente trasmissibili
Nicola Squillace, infettivologo
AO San Gerardo di Monza

Nicola Squillace ricorda come il vaccino contro il papilloma virus sia fortemente raccomandato, soprattutto a 12-13 anni. L’infezione è particolarmente contagiosa, può bastare anche un rapporto intimo non completo. L’importanza della prevenzione è data dalle possibili conseguenze: il papilloma è un virus oncogeno e, pur contribuendo solo al 5% dei tumori, è associato al 99% dei tumori della cervice uterina, al 90% di quelli del canale anale, al 75% di quelli vaginali e vulvari, al 70% dei tumori di testa e collo e al 60% di quelli del pene.

La crescita del chemsex – Desta crescente attenzione la diffusione anche in Italia del chemsex, il ricorso a sostanze per incrementare la durata delle prestazioni sessuali, fino anche a 24 ore consecutive. I dati al riguardo sono ancora pochi, anche perché è difficile individuare le sostanze proibite. E’ un fenomeno sommerso, più diffuso nelle grandi città, che va indagato: chi lo pratica talvolta neppure ne è consapevole. Sicuramente disinibisce e altera la percezione del rischio, esponendo maggiormente alla probabilità di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili.

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