
Come alleviare il dolore con le terapie fisiche

Fisioterapista e Osteopata
Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano.
Il dolore è la principale motivazione per cui una persona si rivolge al medico o ai professionisti sanitari: che sia esso cronico, acuto, intermittente, modifica di molto il nostro stile di vita, condiziona le nostre attività della giornata, disturba il sonno e altera l’umore.
Possiamo immaginare che fin dalla notte dei tempi, gli uomini abbiano cercato modi, dapprima naturali e magici, poi sempre più scientifici, per favorire il ritorno alle normali attività e risolvere il dolore.
A partire dal 2500 a.C., troviamo testimonianze del trattamento del dolore in testi di medicina cinese, nei quali i medici utilizzavano piante, agopuntura e carboncini accesi (moxibustione) applicati su particolari punti del corpo (meridiani), fatto che dimostra come la conoscenza del funzionamento dell’uomo fosse già molto avanzata.

Troviamo altre testimonianze in tutto il mondo antico con Assiri, Egizi, Babilonesi, Aztechi, che documentano l’utilizzo di piante, sostanze stupefacenti naturali, sale, zolfo, mercurio.
Accanto a questi primordiali rimedi “farmacologici ” lo studio della influenza delle forze naturali come calore, pressione, freddo sul corpo ha sempre incuriosito gli studiosi della natura umana.
In alcuni casi tale influenza era intuitiva: quale è la prima cosa che tutti facciamo dopo avere preso un colpo? Ci mettiamo sopra una mano e premiamo. Così come mettiamo un dito sotto l’acqua fredda dopo avere dato una martellata su un dito, oppure il naturale istinto di coprire la schiena se abbiamo dolore.
IL POTERE TERAPEUTICO DEL CALDO E DEL FREDDO
Effetto caldo
Si avvale del calore indotto sull’organismo o su una parte di esso, per ottenere un effetto terapeutico.
In particolare, l’obiettivo del trattamento è apportare alla sede anatomica interessata [tessuto muscolare, articolazioni (spalle, polsi), collo, schiena e basso ventre] una temperatura definita, per tempi prolungati, costantemente, allo scopo di alleviare la sintomatologia infiammatoria.

Anche la durata della termoterapia è importante, al pari della continuità dell’esposizione al calore. Al riguardo, innovativi cerotti e fasce autoriscaldanti mantengono il calore a temperatura costante intorno ai 40°C ed in modo prolungato (fino ad 8 ore), perseguendo l’effetto terapeutico.
Effetto freddo
Il razionale per l’impiego del freddo nel dolore da contusioni, distorsioni e stiramenti muscolari, a seguito di infiammazione, è molto forte.
Infatti, il dolore è uno dei principali segni caratteristici proprio dell’infiammazione, insieme al gonfiore (edema), al rossore con aumento della temperatura locale (calore) ed all’impedita performance della parte interessata.
Nella fase acuta di un trauma, si ricorre alla riduzione della temperatura locale per sedare il dolore (anestesia) e per contrastare i meccanismi pro-infiammatori, oltre che ottenere un effetto miorilassante.
Se la somministrazione del freddo, è associata all’applicazione di cerotti contenenti estratti vegetali (arnica, ippocastano, mentolo), l’effetto è assicurato!
Questi piccoli accorgimenti sono scritti nel nostro corredo genetico: il nostro corpo è progettato per interpretare il dolore come sensazione di pericolo e per trovare ogni mezzo per non sentirlo.
In effetti, il dolore è proprio quello: il segnale che a livello dei tessuti qualcosa non va e richiede una serie di accorgimenti per risolvere il problema. Immersi in numerosi tessuti del nostro corpo, ma in particolare nel tessuto connettivo, vi sono dei recettori molto sensibili.
Questi sono in grado di accendersi e segnalare un problema in presenza di una variazione di pressione, una temperatura troppo bassa o troppo alta, oppure una irritazione da sostanze chimiche. I segnali di disturbo viaggiano attraverso i nervi e quando sono abbastanza intensi e frequenti vengono interpretati dal cervello come “dolore ”.
In modo del tutto naturale, il nostro organismo mette in atto una serie di processi che servono a porci nelle più favorevoli condizioni per riparare la causa del danno e, in conseguenza, rimuovere il dolore, primo tra tutti la cascata infiammatoria .
Già, l’infiammazione non è nostra nemica, ma solo segno che l’organismo ha messo in atto i processi per risolvere un problema! Dobbiamo quindi ricordare un concetto importante: non basta contrastare il dolore, ma è necessario intervenire sulle cause del danno di tessuto (in gergo noxa patogena ) e lasciare spazio all’infiammazione per fare il suo corso.
Possiamo immaginare il processo infiammatorio come un’onda di marea: porta sangue, calore, liquidi, anticorpi in una zona danneggiata. Queste sostanze riparano, proteggono, raccolgono tutti gli scarti poi, come la bassa marea , rientrano nel circolo venoso, portando via ciò che vi è di nocivo.

