4 marzo: Giornata Mondiale dell’Obesità

La Giornata Mondiale dell’Obesità (World Obesity Day), istituita nel 2015 dalla World Obesity Federation, ricorre il 4 marzo in tutto il mondo, coinvolgendo organizzazioni, associazioni e individui, con l’obiettivo ambizioso di invertire la crisi globale dell’obesità. La giornata ha lo scopo di sensibilizzare cittadini e istituzioni e di incoraggiare la prevenzione dell’obesità, evitando discriminazioni, pregiudizi e l’uso di un linguaggio stereotipato e stigmatizzante sulle persone che vivono con l’obesità.

Secondo le stime attuali (dato del 2020) riferite ai 161 paesi ) quasi 1 miliardo di persone vive con l’obesità (cioè una persona su sette), e saranno 1,9 miliardi nel 2035 (quasi una su quattro), di cui 1,5 miliardi adulti e quasi 400 milioni bambini (cioè 1 bambino su 5). Sempre nel 2035 saranno 4 miliardi le persone in tutto il mondo con sovrappeso o obesità, l’obesità infantile aumenterà di oltre il 100%, mentre fra gli adulti ci sarà un aumento di oltre il 60%.

Il tema della Giornata Mondiale dell’Obesità quest’anno è “Changing Perspectives: Let’s Talk About Obesity” (“Cambiare le prospettive: parliamo di obesità”), con l’obiettivo di aiutare le persone a comprendere la portata e l’impatto dell’obesità in tutto il mondo. In Italia sono 6 milioni le persone con obesità, circa il 12% della popolazione adulta, secondo dati del 4° Italian Barometer Obesity Report, presentato lo scorso 29 novembre. Nel nostro paese le persone in eccesso di peso sono più di 25 milioni, ovvero più del 46% degli adulti (oltre 23 milioni di persone), e il 26,3% tra bambini e adolescenti di 3-17 anni (2 milioni e 200mila persone). A livello territoriale emergono significative differenze, con punte del 31,9% al Sud e del 26,1% nelle Isole relativamente ai bambini e adolescenti in eccesso di peso. L’obesità è in Italia una sfida irrisolta di salute pubblica che troppo spesso viene sottovalutata e ignorata da adulti e genitori; l’11,1% degli adulti con obesità e il 54,6% degli adulti in sovrappeso ritiene di essere normo peso e il 40,3% di genitori di bambini in sovrappeso o obesi ritiene i propri figli sotto-normo peso.
«Se non trattata, l’obesità è responsabile di una percentuale significativa di malattie non trasmissibili (NCD), tra cui malattie cardiovascolari, diabete, malattie del fegato e molti tipi di cancro», dichiara Luca Busetto, Presidente SIO – Società Italiana dell’Obesità, «È anche accertato scientificamente che l’eccesso di peso rappresenta un fattore predittivo per lo sviluppo di complicanze da COVID-19, inclusa la necessità di ricovero, di terapia intensiva e di ventilazione meccanica. L’obesità aumenta anche la mortalità per COVID-19. Prevenire l’aumento di peso e prevenire il riacquisto di peso sono impegni essenziali per centrare gli obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e per far sì che il trattamento della malattia sia efficace. È ora che l’obesità venga considerata una priorità sociosanitaria da tutti gli attori coinvolti, per il nostro presente, ma ancora di più per il futuro del nostro sistema».

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