SINDROME DELL’OCCHIO SECCO: SINTOMI E CURA
INTERVISTA AL PROF. GIANLUCA SCUDERI, OFTALMOLOGO E PROFESSORE DI NEUROSCIENZE, UNIVERSITÀ “LA SAPIENZA” ROMA
Daniel Della Seta
Giornalista autore e conduttore Rai e “Focus Medicina”.
Si parla spesso di “occhio secco”. Da cosa è caratterizzato?
Si tratta di una alterazione della quantità e della composizione delle nostre lacrime, il film lacrimale bagna costantemente la superficie oculare ed è fondamentale che sia in un giusto equilibrio nelle sue componenti per svolgere le sue funzioni – sottolinea il Prof. Scuderi – Modifiche sia nella composizione, che nella produzione o evaporazione creano un disagio in chi è affetto da questa patologia che, se non curata, può alterare notevolmente la qualità di vita
Si tratta di un disturbo sottovalutato. È vero che colpisce tuttavia milioni di italiani sopra i 50 anni? Quali sono i numeri?
Questa è effettivamente la tendenza e specie perché nelle fasi iniziali i sintomi sono poco evidenti e spesso anche noi oculisti tendiamo a sottovalutare i campanelli d’allarme che i pazienti ci riferiscono. Basti pensare che la sindrome dell’”occhio secco” colpisce 350 milioni di persone nel mondo ed in Italia ne soffre il 25% della popolazione. Le donne ne sono più colpite e alcune statistiche arrivano addirittura ad evidenziare una presenza di occhio secco in quasi il 50% delle donne sopra i 60 anni.
Quali i sintomi e quale l’approccio terapeutico?
I sintomi molto variabili: dalla semplice sensazione di leggero fastidio ad una lacrimazione continua, che può sembrare un paradosso in una condizione di secchezza oculare, ma in realtà questo è un meccanismo di difesa che l’occhio attua in condizioni di sofferenza. I pazienti lamentano poi sensazione di sabbia negli occhi, difficoltà ad aprire le palpebre al mattino, fotofobia (fastidio provocato dalla luce), stanchezza oculare.
Quali sono i possibili fattori che possono esporre maggiormente al rischio di insorgenza della sindrome dell’occhio secco? Quanto incidono i fattori ormonali (peri-post menopausa), l’età avanzata, i disturbi dermatologici o le malattie reumatiche, l’uso di alcuni farmaci (psicotropi, estrogeni, antistaminici e betabloccanti locali), la carenza di vitamina A…
Queste citate sono tutte situazioni che favoriscono l’insorgenza ed il protrarsi di una condizione di occhio secco.
Le cause sono disparate: da una cattiva chiusura delle palpebre ad ambienti resi particolarmente secchi da termosifoni o aria condizionata, od anche alterazioni ormonali, terapie sistemiche prolungate, lo smog. Sarebbe lungo elencare tutti i possibili fattori di rischio.
È riscontrato che l’uso prolungato di computer, tablet, e-reader e smartphone si sta affermando come uno dei principali fattori che contribuiscono alla comparsa di questo disturbo?
Si è vero. Ciò è in parte legato al fatto che durante l’uso di questi strumenti il numero delle volte in cui chiudiamo ed apriamo gli occhi tende a ridursi e questo determina una cattiva distribuzione del film lacrimale sulla superficie oculare ed una più rapida evaporazione delle lacrime con conseguente secchezza.
La diagnosi preventiva, effettuata da un oculista competente, consente di determinare una strategia personalizzata volta a migliorare notevolmente la qualità della vita e le prestazioni sul lavoro. Come deve essere effettuata?
È di fondamentale importanza la diagnosi di un oculista attento ed esperto di questa patologia perché la malattia tende ad instaurare un circolo vizioso in cui i meccanismi si autoalimentano e se non si interviene sul fattore scatenante non si riesce ad uscire dalla malattia, andando alla fine a trattare solo i sintomi, ma senza risolvere il problema.
In alcuni casi, se non trattato, l’occhio secco può causare danni permanenti e persino perdita della vista?
Fortunatamente questa è un’evenienza molto rara e si verifica solo per le forme più gravi di secchezza oculare. Dobbiamo però ricordare che la qualità di vita di un paziente con occhio secco può risultare notevolmente compromessa rendendo difficili l’attività lavorativa e la vita di relazione.
Quali le opzioni di trattamento per gli occhi secchi? Sono migliorate sensibilmente negli ultimi anni? Cosa consigliare?
La terapia per l’occhio secco si avvale di numerose opzioni che vanno dall’uso di soluzioni ipotoniche a base di acqua marina, all’utilizzo delle lacrime artificiali (in Italia esistono più di 200 prodotti registrati come sostituti lacrimali con composizioni e concentrazioni molto diverse le une dalle altre. Il fai da te non è certo il migliore dei rimedi) possiamo poi agire sulla dieta o servirci di nutraceutici, che servono ad apportare sostanze molto utili nel migliorare la composizione delle lacrime e la loro produzione.
Bisogna però sempre cercare di risolvere, come già detto, il problema che ha innescato la patologia.