Dal Senato la spinta alla cura dell’Epatite C

Daniel Della Seta,
Giornalista, Diessecom 2020

A più voci, tra Associazioni scientifiche (SIMIT, AISF, EPA C Onlus) ed Istituzioni (Camera dei Deputati, ISS), viene sostenuta la cura dell’epatite C, per arrivare alla quale sono necessarie azioni sinergiche centrali e locali.
La lotta all’epatite C sarà sempre più efficace con valide strategie di screening, che mettano in luce il sommerso tra i soggetti particolarmente a rischio: sia quelli relativamente più giovani (tra i 30 ed i 50 anni di età, dediti all’uso di droghe, o ai tatuaggi), sia chi è senza fissa dimora, difficile da identificare, diagnosticare, ma anche curare e monitorare.

In Italia, oggi la prevenzione rappresenta la misura più efficace per contrastare l’epatite da virus C e le complicanze che en derivano (cirrosi epatica, epatocarcinoma).

A livello internazionale, il nostro Paese, purtroppo, nella battaglia contro il virus dell’epatite C, attualmente non è proprio “in pista”, ma si sta adoperando per esserlo. Non è la stessa cosa ed il mancato rinnovo dello status di farmaci innovativi non oncologici, che riguarda la terapia anti epatite C, con la mancanza di un fondo dedicato e con la copertura dei costi come spesa corrente, non facilita il raggiungimento dell’obiettivo di sconfiggere l’infezione nei prossimi anni.

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