Dieta senza glutine e il fenomeno del cyberbullismo
Dieta senza glutine
Grazie alla diagnosi di celiachia di mio figlio di due anni, ho scoperto di esserlo anche io, con grande sorpresa perché non ho mai avuto disturbi. Vorrei sapere se è preferibile usare gli alimenti del commercio o quelli naturalmente senza glutine.
Può tranquillamente integrare gli uni e gli altri. La dieta senza glutine comporta eliminazione di grano, orzo, segale, farro e triticale. L’avena, finora proibita nei celiaci, può essere invece assunta. Sono naturalmente privi di glutine: riso, mais, patate, soja, tapioca, cassava, miglio, farina di castagne, grano saraceno, sesamo, sorgo, pseudo-cereali come quinoa, amaranto e grano saraceno (definiti così perché farine di piante dicotiledoni, a differenza delle graminacee dei cereali che sono piante monocotiledoni). Gli alimenti del commercio “senza glutine” sono trattati in modo da avere un contenuto di glutine inferiore a 20mg/Kg. Purtroppo piccole quantità di glutine si possono trovare anche in additivi alimentari, emulsionanti o stabilizzanti, farmaci: è perciò opportuno controllare attentamente le etichette.
Cyberbullismo
Sono Donatella e sto vivendo l’inferno con mio figlio di 16 anni che è stato preso di mira da compagni bulli con cui giocava alla playstation, nelle chat ha ricevuto insulti, intimidazioni e minacce, lui ha sofferto tanto perché non erano solo amici virtuali ma li conosceva e teneva a loro. All’inizio ha tenuto tutto dentro poi è crollato e mi ha raccontato tutto. L’ho allontanato dal gioco e gli ho fatto bloccare gli amici da tutti i canali di comunicazione, ho parlato con le madri dei ragazzi che lo lasciassero in pace, ma da allora, sono passati mesi, il ragazzo non è più lo stesso. Sempre ansioso, appiccicato a me, pieno di panico, non si sente mai bene. Non so cosa fare, da uno psicologo non vuole andare.
Il cyberbullismo è una piaga sociale che la pandemia ha accentuato relegando i bambini e i ragazzi in casa davanti ai mezzi elettronici tutto il tempo. La strategia per uscirne fuori è impegnativa ma necessaria per scongiurare problemi psichici come ad esempio depressione e condotte auto-aggressive e il supporto di un esperto è necessario, per il momento, visto che il ragazzo non vuole, almeno per voi genitori. Cerca intanto di far vedere a tuo figlio quello che gli è accaduto come un problema non suo personale ma delle relazioni umane in generale. Spiegagli che tutti cerchiamo, nella vita, di piacere, fare amicizia, essere accettati, scelti, considerati. E’ un’esigenza che avevano sia lui sia i suoi compagni, ma qualcosa è andato storto nella comunicazione, una frase sbagliata, un malinteso, ed è scattata nei suoi ex-amici la paura del rifiuto e del disprezzo da cui sono scaturiti i comportamenti cattivi e aggressivi. Sentirsi esclusi dagli altri e non accettati dal gruppo dei pari per i bambini e gli adolescenti equivale a un dolore fisico che li spezza. E genera rabbia, frustrazione, aggressività. Se comprende la dinamica di quanto è accaduto come un fatto sociale piuttosto che personale e riconosce nei suoi persecutori delle persone con problemi, può iniziare a stare meglio.