I robot per la riabilitazione: nuove opportunità di miglioramento della qualità di vita per le persone con disabilità
Il supporto della robotica nella neuroriabilitazione sta per conoscere una nuova era. Il rapido sviluppo della tecnologia robotica propone oggi nuove opportunità nella cura di pazienti con traumi neurologici. La Conferenza di Consenso “Cicerone” promossa a fine 2021 dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) e dalla Società Italiana di Riabilitazione Neurologica (SIRN) è una pietra miliare che rivoluziona l’impatto della riabilitazione assistita da robot.
L’Istituto Clinico Quarenghi,in collaborazione con l’Associazione Genesis econ il patrocinio dell’Associazione Italiana Ospedalità Privata (AIOP), ha organizzato sabato 9 Luglio a San Pellegrino Termel’incontro “Robotica e tecnologie per la neuroriabilitazione: sfide e prospettive dalla ricerca alla pratica clinica”. Responsabili scientifici sono stati il Dott. Giampietro Salvi e il Prof. Stefano Mazzoleni.
Durante l’incontro si sono confrontati i maggiori specialisti della riabilitazione assistita da robot, italiani e internazionali, che rappresentano lo staff clinico, riabilitativo e di ricerca (neurologi, fisiatri, fisioterapisti e bioingegneri), insieme all’Associazione Genesis, a cui appartengono pazienti e familiari con gravi patologie neurologiche.
L’uso dei robot è entrato da 20 anni stabilmente nella clinica riabilitativa, soprattutto in quella neurologica – sottolinea Giampietro Salvi – Oggi esistono numerosi studi scientifici che certificano l’efficacia della robotica, pur sempre associata al trattamento riabilitativo tradizionale, che resta un punto fermo e può pertanto essere potenziato. Riguardo alle prospettive future dell’uso dei robot, l’Italia rappresenta già un’eccellenza: siamo stati tra i primi Paesi al mondo a crederci e adesso abbiamo raccolto già ottimi risultati nella ricerca. Le tecnologie riabilitative sono fondamentali in numerosi ambiti e in ogni età, non solo per le persone anziane: possono risultare determinanti dopo incidenti stradali o sul lavoro, a fronte di patologie invalidanti neuromotorie o cognitive.
In questo momento ci troviamo di fronte a un cambio generazionale nella tecnologia robotica” –evidenzia Stefano Mazzoleni. L’innovazione risiede in molteplici ambiti: è di tipo architetturale, nei materiali, nelle funzionalità, nel controllo dei robot e soprattutto nelle modalità di interazione tra robot e paziente, che migliorano nettamente. Con i più moderni sistemi robotici possiamo intervenire sulla riabilitazione del cammino, della postura, dell’equilibrio di chi ha subito diversi tipi di traumi.
La Conferenza di Consenso “Cicerone” – E’ il punto di partenza della rivoluzione, momento nel quale sono state definite le nuove Linee Guida per l’uso dei robot in riabilitazione. Mazzoleni precisa che la Conferenza ha riguardato i dispositivi robotici ed elettromeccanici per la riabilitazione di persone con disabilità neurologica. È stata un’iniziativa unica, promossa dall’Italia, ma di respiro internazionale. Per la prima volta, hanno lavorato insieme 188 persone di discipline e professioni diverse, tutti afferenti all’ambito della riabilitazione robotica: fisioterapisti, neurologi, fisiatri, bioingegneri, associazioni dei pazienti, aziende del settore, Istituto Superiore di Sanità. È stata proposta una classificazione esaustiva dei dispositivi disponibili per un impiego specifico sulla base del progetto riabilitativo di ogni paziente con danno neurologico. Un altro capitolo ha riguardato l’addestramento riabilitativo con dispositivi robotici in molti quadri di disabilità di origine neurologica. L’aspetto fondamentale del documento finale sta nel valore prioritario della centralità dell’essere umano: non è ammessa una delega indiscriminata alla tecnologia, mentre si promuove un utilizzo finalizzato a migliorare la relazione medico-paziente.
Le patologie nelle quali si può intervenire – La robotica può costituire un elemento di supporto determinante contro alcune patologie. Salvi spiega che le persone con esiti di ictus e compromissione del cammino traggono maggiore beneficio dal trattamento con dispositivi robotici quanto peggiore è il loro deficit funzionale e i risultati migliorano con l’impiego contemporaneo di altre tecnologie, quali la realtà virtuale, la stimolazione transcranica, l’elettrostimolazione funzionale. Pur con minore forza e uniformità di conclusioni, il trattamento assistito dai robot è una buona opportunità anche in altre patologie, soprattutto nei pazienti più gravi: nella malattia di Parkinson, con azione sull’equilibrio, sul cammino, nei fenomeni di freezing; nella sclerosi multipla, con un miglioramento della deambulazione; nelle persone con esiti di traumi midollari.
Le nuove prospettive – Secondo il Prof. Mazzoleni, le conclusioni della Conferenza dovranno essere continuamente aggiornate, anche perché al momento non sono ancora stati validati protocolli standard, ma ci sono indicazioni sempre più significative per la riabilitazione in ambito neurologico, con alcune evidenze di efficacia già emerse. La rapidità del progresso impone che si fortifichi la sinergia tra diversi attori, coinvolgendo anche le istituzioni affinché, sulla base delle nuove evidenze scientifiche che stanno emergendo, i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) vengano aggiornati più frequentemente per permettere ai pazienti di poter beneficiare di queste innovazioni.