18 Ottobre Giornata Mondiale della Menopausa

Una popolazione in crescita, quella femminile in menopausa, che supererà 1 miliardo nel mondo, come confermano le stime per il 2025. Per sapere come affrontare e gestire tutti i cambiamenti correlati, in occasione della Giornata Mondiale della Menopausa, le esperte rispondono  agli interrogativi più comuni.

I SINTOMI PIU’ COMUNI: VAMPATE, DOLORI ARTICOLARI E CISTITI
Ci sono oltre 40 sintomi diversi legati alla peri-menopausa e alla menopausa. I più noti sono quelli vasomotori (le cosiddette vampate di calore e sudorazioni notturne) anche se circa il 30% delle donne in realtà non ne soffre. C’è poi quello articolare, spesso sottovalutato, che molte donne attribuiscono a dolori muscolari o a problemi di artrite. Anche la cute è compromessa, vista la comparsa di secchezza, prurito, e formicolii. E non ultimo, aumenta anche la frequenza di infezioni del tratto urinario come la cistite.

Manuela FARRIS, ginecologa 

“Il mio primo approccio è sottolineare l’importanza dell’esercizio per aiutare a mantenere sani i muscoli e le ossa. Consiglio anche di garantire una dieta sana a basso indice glicemico. Alcune donne – spiega  – possono trovare utile l’integrazione con il magnesio. La terapia ormonale sostitutiva, con estrogeni e progestinici, è un trattamento molto efficace per la gestione di tutti i sintomi della menopausa compresi i dolori articolari e molte delle donne a cui prescrivo la terapia ormonale sostitutiva sono spesso stupite dalla rapidità con cui questi sintomi migliorano quando iniziano il trattamento. Le infezioni vaginali e i dolori nei rapporti sessuali sono dovuti a una riduzione degli estrogeni e all’effetto che questo ha sui tessuti intorno alla vagina, alla vescica e all’uretra. Questo è spesso noto come sindrome genitourinaria della menopausa. Il modo migliore per gestire questi problemi è una bassa dose di estrogeni vaginali che è molto sicura e molto efficace”.

Roberta ROSSI, sessuologa e psicoterapeuta

 La sindrome genito-urinaria della menopausa è il termine usato per descrivere i sintomi delle basse vie urinarie e genitali che si sviluppano come conseguenza di un abbassamento dei livelli di estrogeni. L’atrofia vaginale fa parte di questa sindrome. Ci sono molti recettori per gli estrogeni nei tessuti della vagina. Quando il livello di estrogeni inizia a diminuire durante la menopausa, i tessuti si assottigliano e perdono il loro supporto di collagene. Ne deriva una riduzione della produzione di secrezioni naturali e di acido lattico, che consente un aumento della crescita batterica. La conseguenza di ciò è che le infezioni vaginali e urinarie sono più frequenti. Anche prurito, secchezza e dolori nei rapporti sessuali possono dipendere dalla riduzione degli estrogeni a livello dei tessuti vaginali.
“Per aiutare a far fronte a questa condizione, si possono prescrivere i dilatatori vaginali, uno strumento che le donne possono imparare a utilizzare dietro indicazione dello specialista, individuando progressivamente la dimensione del dilatatore da introdurre in vagina.

È anche importante garantire che l’impatto del basso livello di estrogeni sia stato affrontato, di solito con l’uso di estrogeni vaginali. Si possono inoltre provare trattamenti semplici come l’uso regolare di idratanti vaginali, insieme a lubrificanti per i rapporti. Meglio non abusare di lavaggi vaginali poiché spesso possono causare una riduzione dei batteri “sani”. È utile e importante lavorare sul tono muscolare, spesso infatti le donne in questa fase di vita possono presentare un ipertono o un lassismo della muscolatura del pavimento pelvico, mentre sappiamo che una regolarità del flusso sanguigno a questi tessuti può aiutare a migliorare i sintomi sopra descritti. È fondamentale trattare i diversi sintomi che possono presentarsi in modo multidisciplinare per ritagliare un trattamento su misura per la donna in questa fase di vita”.
Molte donne descrivono una riduzione della loro libido, insieme a una ridotta sensibilità e difficoltà a raggiungere l’orgasmo. 
“La ragione è complessa, con una miscela di fattori psicologici e fisici. La modifica dei livelli sia di estrogeni che di testosterone ha un effetto sul cervello, spesso con conseguente riduzione del desiderio sessuale. Anche le conseguenze fisiche della riduzione ormonale, che colpiscono in particolare i tessuti vaginali, vulvari e clitoridei, hanno un effetto negativo. Infine, anche altre conseguenze della menopausa come sudorazioni notturne, dolori articolari, cambiamenti di umore, ansia e disturbi del sonno possono avere un impatto sul benessere generale, inclusa la libido.

Pertanto quando si cerca di sostenere le donne che hanno problemi di libido, è necessario considerare tutti questi fattori, ma è altrettanto importante valutare i fattori psicologi e relazionali che possono essere coinvolti in questa fase di vita. Pertanto, la terapia ormonale sistemica, che dovrà essere valutata da un ginecologo, ha la sua utilità e può essere integrata con altri interventi. I dispositivi per il benessere sessuale possono avere un ruolo, in particolare nell’aiutare a migliorare la sensibilità nei tessuti della vagina e del clitoride, mentre per la parte psicologica si può ricorrere alla consulenza di uno psico-sessuologo”.

LE DOMANDE PIU’ COMUNI SULLA MENOPAUSA: 

Rispondono Manuela FARRIS, ginecologa e Roberta ROSSI, sessuologa 

1.    È possibile avere i sintomi della menopausa anche se si hanno ancora le mestruazioni?

Sebbene per definizione la menopausa significhi la cessazione delle mestruazioni, molte donne possono manifestare sintomi prima dell’interruzione delle mestruazioni. Questo è noto come peri-menopausa e può verificarsi fino a 10 anni prima della menopausa effettiva.

2.    “Sono troppo vecchia per iniziare la terapia ormonale sostitutiva?”
I rischi dell’uso della terapia ormonale sostitutiva (TOS) aumentano nelle donne di età superiore ai 60 anni e per le quali sono passati più di 10 anni dalla menopausa. Ciò è principalmente dovuto ai rischi cardiovascolari. 
3.    Per quanto tempo dovrò fare la terapia ormonale?
In media, la maggior parte delle donne usa la terapia ormonale sostitutiva per un periodo compreso tra tre e cinque anni. Ci sono benefici per la salute a lungo termine da considerare, pertanto, la raccomandazione è che l’uso della terapia ormonale sostitutiva debba essere rivista annualmente e la decisione se continuare venga presa su base individuale ad ogni revisione.
4.    Devo ancora usare contraccettivi anche in menopausa?
La Facoltà di Salute Sessuale e Riproduttiva (FSRH) consiglia di continuare ad utilizzare una forma di contraccezione durante la peri-menopausa fino all’età di 55 anni. Per le donne in menopausa sotto i 50 anni, si raccomandano altri due anni di contraccezione. Nelle donne di età superiore ai 50 anni, si raccomanda un ulteriore anno di contraccezione.
5.    È vero che la terapia ormonale ritarda la menopausa?
No. Il corpo continua ad adattarsi ai cambiamenti naturali nella produzione di ormoni nonostante l’uso della terapia ormonale sostitutiva. Per la maggior parte delle donne, la terapia ormonale può colmare il tempo in cui manifestano sintomi come conseguenza di questi cambiamenti ormonali e quando interrompono la TOS la maggior parte dei sintomi si è generalmente risolta.
6.    Ingrasserò con la terapia ormonale?
Non ci sono prove che la TOS causi aumento di peso. I cambiamenti di peso sono molto comuni durante la menopausa: ciò è dovuto principalmente a trasformazioni nel metabolismo che spesso possono portare ad un aumento di peso. Le donne devono fare attenzione al loro stile di vita, inclusi dieta ed esercizio fisico, poiché è probabile che sarà necessario apportare modifiche al loro stile di vita pre-menopausale per aiutare a mantenere un peso sano.

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