Adolescenti e Obesità

Stigma e prescrizione, o condivisione di un nuovo percorso di benessere?

Rita Tanas 1, Guido Caggese 2, Riccardo Lera 3
1 Pediatra Endocrinologo, Ferrara;
2 Anestesista Rianimatore, Ferrara;
3 Pediatra Diabetologo, Alessandria.

In Italia, specialmente nelle regioni del Sud, l’eccesso di peso nei bambini e negli adolescenti è un problema di salute diffuso e noto a tutti: genitori, insegnanti, medici.

È diventato talmente frequente che spesso non lo percepiamo più. I nostri occhi si sono così abituati a questa nuova situazione che l’accettano, la normalizzano, almeno finché non si superano certi livelli o finché non si registrano episodi di derisione.

La derisione sul peso, nata dall’amore della magrezza di origine decadentista, si sta espandendo sempre di più sostituendo altre forme di stigma, più frequenti in passato, su etnia, religione e sessualità. A differenza di quanto si pensa solitamente, lo stigma non favorisce affatto una sana consapevolezza del problema del peso, la necessaria motivazione alla cura e l’impegno per affrontare la terapia con successo, aumenta, invece, depressione e ansia, riduce autostima e autoefficacia. In sintesi: stronca la sensazione di potercela fare!

La Sanità sta cercando in tutti i modi di aumentare il livello di allerta generale. Ma quando genitori, educatori e pediatri se ne accorgono, cosa devono o possono fare? Ci sono risposte adeguate?

Le strategie tradizionali ed il circolo vizioso: derisione, dieta e fallimento

Finora, le strategie dei professionisti sanitari sono state “l’educazione nutrizionale” dei bambini per la Prevenzione e la prescrizione di una buona “dieta” per la Cura.

Ricercatori esperti e gli stessi adolescenti con messaggi in rete, invece, ci allertano che ciò non solo è insufficiente, ma soprattutto in adolescenza è potenzialmente pericoloso. L’educazione nutrizionale, come tutta l’educazione, è un campo che conosciamo ancora poco.

Educare, infatti, non è far conoscere e apprendere le azioni giuste, ma far scoprire come scegliere il meglio per se stessi e sentirsi bene. Inoltre, educare gli adolescenti senza contemporaneamente educare le famiglie, affinché si sostengano vicendevolmente nel cambiamento, è insufficiente.

L’obesità causa stress nelle famiglie e rovina la relazione. Per cominciare a fare qualcosa occorre anzitutto ritrovare la buona relazione all’interno della famiglia. Curare con la dieta, senza modificare l’ambiente familiare, è impossibile e fallimentare. Educare non significa dare regole precise su quanto e cosa mangiare e quanto e come muoversi, campi ampi e molto personali.

Anzi, in un’età in cui si dovrebbe favorire la crescita verso l’autonomia per far diventare i ragazzi capaci di fare da soli le scelte più sane in ogni campo della loro vita, è un vero controsenso.

La famiglia ci prova e fallisce, il pediatra ci prova e fallisce, lo specialista o addirittura il team ci provano e falliscono!

“UNA CATENA DI FALLIMENTI”

Fallimenti che si scaricano sui ragazzi, deridendoli con commenti sul corpo o rimproveri sui comportamenti: entrambi, anche se fatti a fin di bene, risultano forieri di un danno enorme.

Lo stigma su corpo e peso con tutte le sue conseguenze negative, agito continuamente da tutti, sempre più precocemente, viene potenziato dall’introiezione e nuoce prima e più delle pur numerose e ben note complicanze organiche dell’obesità.

La derisione extra-familiare fa male soprattutto se arriva da compagni o amici! E quella dei genitori? Frasi come “lo sai che tu questo non lo puoi mangiare” “sei sicuro che ne vuoi ancora? Così non migliorerai certo!” o “non vedi che i vestiti non ti vengono più!” e “questo l’ho comprato solo per tuo fratello!” certamente non li fanno star bene e non li aiutano a migliorare i loro comportamenti alimentari. Già il sentir parlare continuamente di dieta e sapere di avere la mamma a dieta favoriscono comportamenti alimentari insani (alimentarsi con meno di 900 calorie al giorno, usare pasti ipocalorici pronti o saltare i pasti) o altamente pericolosi (digiunare, vomitare e usare farmaci o fumare per dimagrire) e predispongono all’esordio di un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA).

Proprio i genitori stigmatizzati sono quelli che usano parlare ai ragazzi in modo da perpetuare lo stigma sul peso e favorirne l’introiezione. Purtroppo anche i medici cadono frequentemente nelle trappole della derisione. Sentendosi impotenti di fronte all’obesità, finiscono per puntare sul terrorismo verso i genitori, colpevolizzandoli di tutte le possibili complicanze cardiache e metaboliche cui espongono i loro figli, fino all’umiliazione, pensando di indurre una svolta. Ma se una svolta si realizza non è quella che vorremmo. La derisione riduce l’autostima e l’autoefficacia, causa tristezza e isolamento, aumenta il mangiare per emozioni e la perdita di controllo alimentare.

Così il 31% dei nostri bambini in sovrappeso o obesità per un insieme di fattori genetici, ambientali e familiari, senza trattamento tende a peggiorare in adolescenza. Solo nelle ragazze si registra una riduzione della prevalenza, compensata dall’aumento di DCA completi o parziali (abbuffate di tipo bulimico e/o metodiche di compenso, quali salto dei pasti, vomito, attività motoria compulsiva) misconosciuti e ahimè diagnosticati tardivamente.
Eppure un’alternativa esiste: fare da modello ed aiutarli a ritrovare la misura, condividere empaticamente le loro difficoltà per essere di aiuto, evitando l’inutile e dannosa derisione. Ma dovremmo sposarla tutti (genitori, insegnanti, pediatri e operatori sanitari vari e politici) e soprattutto credere nella sua grande “efficacia” sulla salute.


Letture consigliate

• Tanas R, Marcolongo R, Pedretti S, Gilli G. L’Educazione Terapeutica familiare nel trattamento dell’obesità. Medico e Bambino pagine elettroniche 2007;10(6) https://www.medicoebambino-.com/_obesita_risultati_terapeutica_educazione_pediatra_bmi_adolescenti_terapia

• Tanas R, Lera R, Caggese G. Un approccio integrato al bambino e all’adolescente che pesa troppo Area Pediatrica 2014;15:33-42 http://sip.it/wp-content/uploads/2014/05-/AP_151_GenMar14_pp23-42.pdf

• Tanas R. Il gioco delle Perle e dei Delfini. II edizione. Editore L’Espresso 2015. http:www.ilmiolibro.it

• Tanas R. Perle e Delfini per Ragazzi. Editore L’Espresso 2015. http:www.ilmiolibro.it.

• Tanas R. Un libro di @mail. Editore L’Espresso 2017. http:www.ilmiolibro.it

• Tanas R. Perle e Delfini Editore L’Espresso 2018. http:www.ilmiolibro.it

• Sito https://www.perledelfini.it/

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