Fumo e Covid-19: qualcosa è cambiato

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo, stima che il consumo di tabacco uccida 8 milioni di persone l’anno ed è probabile che il numero di morti possa aumentare. Nel mondo si stima che il fumo passivo provochi 603.000 morti premature (28% bambini, 26% uomini e 47% donne) e la perdita di 10,9 milioni (61% per i bambini, 16% per gli uomini e 24% per le donne) di anni di vita in buona salute.

In Italia vengono consumati circa 72 miliardi di sigarette all’anno, i mozziconi sono il rifiuto più raccolto sulle spiagge di tutto il mondo, impiegano dai 2 ai 5 anni per degradarsi.

Non solo sigarette, anche il tabacco, in tutte le fasi della sua lavorazione ha un forte impatto sull’ambiente. Le piante di tabacco sono vulnerabili a una varietà di parassiti e malattie, la loro coltivazione richiede l’utilizzo di pesticidi e di fertilizzanti che degradano il terreno circostante portando alla deforestazione e alla perdita di biodiversità. A ciò contribuisce anche il consumo di legname per la produzione di cartine, pacchetti e imballaggi con una proporzione di un albero ogni 300 sigarette. La produzione del tabacco, ogni anno, assorbe 22 miliardi di tonnellate d’acqua e provoca l’emissione di 84 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

LILT Milano Monza Brianza ha scelto di celebrare la Giornata mondiale senza tabacco (31 maggio) indagando se la quarantena ha modificato il rapporto degli italiani con le sigarette. Le motivazioni per smettere non sono mancate durante il lockdown: convivenza con non fumatori, paura di ammalarsi, difficoltà a reperire le sigarette, necessità di risparmiare e più relax in ambiente domestico.

Dall’indagine emerge una consapevolezza pericolosa – commenta Marco Alloisio, presidente di LILT Milano Monza Brianza – : i fumatori non si sentono esposti perché tra i fattori di rischio per il Covid-19 si parla soprattutto di patologie pregresse e di età. La verità, invece, è che oggi i polmoni hanno un nemico in più: il Coronavirus si aggiunge al cancro e alle malattie cardiovascolari e respiratorie. E queste nuove evidenze ci ricordano quanto è importante mantenere i nostri polmoni in buona salute. In questo momento di Fase 2 è incoraggiante, invece, l’intenzione di smettere di fumare manifestata da un fumatore su quattro nel territorio di Milano e Monza, che ha fatto più fatica a ridurre le sigarette in quarantena. Forse davvero qualcosa è cambiato. Forse qualcosa abbiamo imparato. Ed è per questo che LILT si sta impegnando per offrire percorsi di disassuefazione a distanza a chi desidera cambiare il proprio stile di vita e pensare alla salute dei propri polmoni”.

LILT, che da cinquant’anni promuove campagne di disassuefazione e contro le dipendenze. Nelle scuole l’associazione entra già a partire dalla primaria col progetto Agenti 00Sigarette, che quest’anno ha coinvolto 10.000 studenti del territorio di Milano e Monza nonostante la chiusura anticipata dei plessi. Mentre, nelle secondarie, l’associazione ha promosso oltre 200 progetti formativi sostenuti da peer educator, attività che durante il lockdown è proseguita a distanza con webinar e progetti social.

Quanto agli adulti, chi desidera uno stile di vita più sano e senza fumo può chiamare il numero verde anonimo e gratuito LILT per te 800 662 492 di LILT nazionale. La linea è gestita da operatori volontari dal lunedì al sabato con orario 10/15.

Per chi fuma, invece, la volontà di smettere registrata nell’indagine ha motivato LILT ad ampliare l’offerta dei percorsi di disassuefazione, adeguandoli alle disposizioni di distanziamento sociale.

Nasce da qui la collaborazione con Mindwork, piattaforma che offre counseling psicologico e coaching in videochiamata ad aziende e privati. Si avvale di psicologi altamente qualificati formati da LILT per aiutare concretamente le persone a smettere di fumare tramite un percorso di cinque colloqui.

La possibilità di poter vedere lo psicologo in videochiamata consente spesso di ricevere supporto nel posto dove ci si sente più al sicuro. A maggior ragione in questo momento in cui le norme di distanziamento sociale restano in vigore.

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