
Terapia COVID a domicilio, il problema dell’ossiuriasi ricorrente e cani anti-COVID
Terapia del COVID a domicilio
Sono un impiegato di 35 anni, sposato con tre figli, vivo con mia moglie e i miei suoceri di 68 e 65 anni. Se un giorno qualcuno di noi dovesse contrarre il Covid, non ho capito bene, da quanto letto sulla stampa e appreso da conoscenti che lo hanno affrontato, quale sarebbe l’atteggiamento giusto da tenere: una terapia subito forte per scongiurare il peggio o vedere l’evoluzione tenendo sotto controllo i sintomi?
Come le spiegherà certamente il suo Medico, la cosa più importante per la gestione del COVID a domicilio è munirsi di termometro e saturimetro, riposare e mangiare correttamente, idratandosi. Gli antidolorifici/antipiretici vanno bene nella fase iniziale, secondo le linee guida, gli antibiotici solo se la febbre persiste, il cortisone solo nelle forme che peggiorano con mancanza di ossigeno (dato all’inizio può addirittura favorire la replicazione del virus) e l’eparina se si è immobilizzati a letto. La vitamina D, se è bassa, può peggiorare la risposta al virus, quindi può convenire assumerla.
Cani anti-COVID
Sono Marinella e ho 16 anni. Vivo in simbiosi col mio cane, uno splendido pastore belga di 5 anni che si chiama Capitan. Ma è vero che si può insegnare ai cani a riconoscere il Coronavirus e sono più precisi di un tampone?
Al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è iniziato un ampio studio sulla capacità di cani addestrati a identificare dall’odore del sudore un soggetto positivo al COVID-19. E’ la stessa tecnica di addestramento che si usa per il riconoscimento degli esplosivi o delle droghe. Un cane addestrato può impiegare circa 10 secondi per riconoscere un caso di positività. Ovviamente, non è un addestramento semplice che si possa fare col cane di casa!
Ossiuriasi ricorrente
Sono preoccupata per mio figlio di 5 anni perché non riesco a risolvere il problema degli ossiuri nonostante abbia seguito con scrupolo le indicazioni dei pediatri. Giada. Il fenomeno dell’infestazione degli ossiuri purtroppo si ripresenta in modo ricorrente per chi ne è predisposto.
Le uova, eliminate per via fecale, si annidano dappertutto nell’ambiente, sotto le unghie, su indumenti, biancheria da letto e asciugamani, giochi, oggetti, cibo, terreno, servizi igienici. Entrano nel corpo mettendo in bocca le mani contaminate, per poi germinare nell’intestino. Dunque, a parte la cura farmacologica per il bambino e tutti i familiari (anche se non hanno sintomi), è importante tenere le unghie sempre corte al bambino e seguire una scrupolosa igiene personale e ambientale. Con l’età, l’aumento delle difese immunitarie e il maggior rispetto delle norme igienico-sanitarie porteranno a risolvere definitivamente il problema.

