Un bambino che ama il latte, le dosi del vaccino anti COVID e la dieta nella gastroenterite acuta
Un bimbo che ama il latte
Mio figlio di tre anni è un amante di latte e formaggi, non so se è un bene perché mi dicono possano creargli problemi metabolici in futuro.
No, tranquilla: secondo un grande studio internazionale sulle abitudini alimentari di quasi 190mila persone provenienti da 21 Nazioni di tutti i continenti, chiamato Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE), e pubblicato su BMJ Open Diabetes Research & Care, il consumo giornaliero di almeno due porzioni di latte (intero) e formaggi è associato a un rischio minore di diabete, ipertensione, obesità e sindrome metabolica. Un’altra ricerca pubblicata sulla rivista The American Journal of Clinical Nutrition e condotta da un gruppo di studiosi italiani, nell’ambito dello studio europeo Prospective investigation on cancer and nutrition (Epic -Italy), che coinvolge 520 mila persone in 10 Paesi, ha trovato inoltre che il consumo di prodotti lattiero-caseari riduce il rischio di tumori e di malattie cardiovascolari e il rischio di mortalità globale. Naturalmente, non bisogna consumarne in quantità eccessive e sempre all’interno di una dieta variata ed equilibrata.
Distanza tra le dosi di vaccino anti-Covid
Vorrei sapere se è meglio nel caso di vaccini anti-Covid a due dosi far passare il tempo indicato dal foglietto illustrativo tra le due somministrazioni o aumentare l’intervallo.
Sebbene alcuni studi dimostrino che aumentare l’intervallo tra le dosi aumenti anche la risposta anticorpale, la protezione contro le varianti è insufficiente dopo una sola dose, per cui è importante la somministrazione tempestiva delle seconde dosi.
Dieta nella gastroenterite acuta
Sono madre di due bambini un maschietto di cinque e una femminuccia di due anni e ho un dubbio: quando hanno la diarrea devono mangiare in bianco e scaldato come dicono mia madre e mia suocera o normalmente di tutto come dice la mia pediatra?
Il cardine del trattamento dei bambini con gastroenterite è l’idratazione, per via orale, mediante somministrazione di soluzioni glucosaline, assunte in piccole dosi e con elevata frequenza. Solo in caso di disidratazione grave è necessaria reidratazione endovena. Storicamente, il trattamento della gastroenterite acuta includeva il rispetto del digiuno e una dieta rigorosamente “in bianco”, il che oggi viene considerato del tutto inappropriato: è dimostrato che la rialimentazione precoce riduce il rischio di disidratazione, non causa un peggioramento del vomito e della diarrea, favorisce il recupero del peso perduto, previene le alterazioni della permeabilità intestinale che possono favorire le intolleranze secondarie alle infezioni come quella al lattosio.