MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI: 80MILA ITALIANI AFFETTI DA MALATTIA DI CROHN, 120MILA DA COLITE ULCEROSA

“LE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI HANNO IL PICCO DI INCIDENZA TRA I 20 E I 30 ANNI DI ETÀ. IL 20% DEI PAZIENTI AFFETTI HA UN ESORDIO DELLA MALATTIA ANCHE IN ETÀ ADOLESCENZIALE, TRA I 10 E I 18 ANNI”, SPIEGA IL PROF. ALESSANDRO ARMUZZI, SEGRETARIO GENERALE DEL GRUPPO ITALIANO PER LE MALAT TIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI (IG-IBD)

Daniel Della Seta
Giornalista. Autore e conduttore de “L’Italia che va…” Radio Rai.

Le malattie infiammatorie croniche intestinali  (MICI,secondo l’acronimo italiano, o IBD –Inflammatory Bowel Diseases  – secondo quello anglosassone) sono patologie infiammatorie croniche dell’intestino caratterizzate nel loro decorso dall’alternarsi di fasi di riacutizzazione e di remissione con danno intestinale progressivo e si distinguono in due tipi principali: la Malattia di Crohn (MC) e la Colite Ulcerosa (CU) .

In passato queste malattie potevano portare al decesso, con picchi elevati negli anni ‘60. Oggi il rischio di mortalità è ridotto all’1-2% circa. Tuttavia le malattie infiammatorie croniche intestinali hanno un notevole impatto sulla quotidianità del soggetto affetto: scuola e università, attività lavorativa, vita sociale e familiare possono essere colpite a causa di assenteismo, depressione, mancato guadagno, assenza dal lavoro per malattia, difficoltà nelle relazioni personali, discriminazione.

Circa il 50% dei pazienti con malattia di Crohn ed il 20% dei pazienti con colite ulcerosa, inoltre, necessitano di intervento chirurgico entro 10 anni dalla diagnosi, che può ulteriormente impattare sulla qualità di vita dei pazienti stessi.

LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE

Presentata il  19 settembre la nuova  Campagna IGIBD, organizzata da  Health Meetings Group srl.

Uno spot realizzato dal regista Paolo Genovese, con protagonista l’atleta della Nazionale di nuoto Simone Sabbioni sarà lo strumento utile per sensibilizzare la popolazione sulle malattie infiammatorie croniche intestinali (oltre 200mila pazienti stimati in Italia).

La presentazione si è tenuta in sede istituzionale a Roma in Senato, alla presenza di clinici e politici. “Il nostro primo obiettivo è la sensibilizzazione, a livello generale e mediatico, relativamente a queste malattie  – spiega il Prof. Armuzzi – Per l’occasione abbiamo chiesto al nuotatore, campione italiano a livello internazionale, Simone Sabbioni di essere nostro testimonial, in quanto esempio di come si possa comunque giungere, nonostante tali malattie, a grandi risultati sportivi ed alla realizzazione di importantissimi obiettivi. Sebbene queste patologie, quando non gestite in maniera costante e seria, limitino in maniera pesante la vita di chi ne è affetto, una corretta informazione ed un intervento immediato non provocherà effetti sulla qualità della vita, ne’ a livello sociale, ne’ affettivo”.

I NUMERI, IN ITALIA E IN EUROPA

Si stima che oltre 5 milioni di persone nel mondo siano affette da MICI, di cui circa 2 milioni nel Nord America e quasi 3 milioni in Europa. In Italia, pur mancando

dati epidemiologici nazionali, vengono stimate oltre 200mila persone affette da colite ulcerosa o malattia di Crohn.

“Il problema – spiega il Prof. Alessandro Armuzzi, Segretario Generale IG-IBD – Fondazione Policlinico Gemelli – Università Cattolica – è che in Italia manca ancora un registro nazionale, quindi si può dare solo una stima dei malati. Con buona approssimazione si può dire che il 40% di questi 200mila è affetto dalla malattia di Crohn, mentre il restante 60% da colite ulcerosa.
Le malattie infiammatorie croniche intestinali hanno il picco di incidenza tra i 20 e i 30 anni di età. Quello che è emerso ultimamente è che il 20% degli affetti da queste malattie hanno un esordio della malattia da giovanissimi, nella fascia d’età tra i 10 e i 18 anni”.

LE CAUSE

I meccanismi alla base dello sviluppo delle MICI non sono ancora completamente noti, ma si pensa che il maggior ruolo sia attribuibile, in soggetti suscettibili dal punto di vista genetico, ad una alterata risposta immunitaria nei confronti del microbiota, cioè quell’insieme di microorganismi presenti all’interno dell’intestino, che viene alterato da fattori ambientali ancora poco conosciuti. “Alla base di questa malattia, allo stato attuale della ricerca scientifica, è un misto di concause: c’è innanzitutto una predisposizione genetica, quindi un background di fondo, “fertile”.
Da studi genetici, infatti, si è visto che sono presenti, in oltre 200 geni, piccole mutazioni che, nell’insieme, favoriscono la suscettibilità alla malattia. Ma ci sono anche fattori ambientali, ancora non bene identificati, come alimentazione e inquinamento. Tutti questi elementi modificano di fatto la flora batterica dell’intestino, stimolando una risposta immunitaria. Da questa nasce l’infiammazione, che con il tempo si cronicizza, provocando così i sintomi di questa malattia”.

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