ACE, Alleanza Contro le Epatiti

Un Documento unico per AISF (Associazione Italiana per lo Studio del Fegato), SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) ed EpaC onlus (Associazione Pazienti)  per avviare immediatamente uno screening congiunto HCV / COVID-19 in Italia

L’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di COVID-19 ha stravolto il SSN, ma la preesistenza di altre patologie non deve essere trascurata. Come riportato nel Position Paper condiviso di AISF, SIMIT, di concerto con EpaC onlus, riunite come ACE – Alleanza Contro le Epatiti, secondo studiosi della Oxford University Hospitals nel Regno Unito e della University of North Carolina negli Stati Uniti, pazienti con cirrosi scompensata hanno avuto il più alto tasso di morte (tra il 43 ed il 63%), rispetto al 12% dei pazienti con malattia epatica senza cirrosi.

Durante i mesi della pandemia, il rallentamento degli screening e delle terapie per l’epatite C (HCV), è spesso divenuto interruzione. L’appello adesso è per un’immediata ripartenza, in vista dell’obiettivo di eliminazione del virus dal nostro Paese entro il 2030, come proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E’ un risultato raggiungibile, grazie all’innovazione garantita dai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) per il trattamento dell’epatite C, che permettono di eradicare il virus in maniera definitiva, in tempi rapidi.

Ma nel documento unico, la proposta più importante è avviare immediatamente uno screening congiunto HCV / COVID-19 come anche indicato nel documento conclusivo dell’ “Indagine conoscitiva in materia di politiche di prevenzione ed eliminazione dell’epatite C”, approvato all’unanimità in XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.

 Sulla base del Decreto “Milleproroghe”, che individua fondi necessari per rendere gratuito per gli anni 2020 e 2021 lo screening HCV per alcune specifiche categorie di persone, l’ACE propone che i soggetti nati tra il 1969 ed il 1989, coloro che sono seguiti dai servizi pubblici per tossicodipendenze (SerT) e i detenuti siano avviati ad un programma di screening sierologico congiunto anche per COVID-19. Per la popolazione generale l’ACE propone che vengano coinvolti i Medici di Medicina Generale ed i reparti ospedalieri.

Diventa dunque fondamentale puntare su screening e prevenzione e combinare lo screening per l’HCV con quello per il COVID-19, consentendo di ottimizzare le risorse.

Un primo esempio virtuoso è il Comune di Casola di Napoli, dove è appena partito il primo progetto europeo di doppio screening COVID – HCV. Nel piccolo comune, abitato da poco meno di 4mila cittadini, i residenti saranno invitati a sottoporsi ad entrambi i test recandosi in postazioni dedicate e tutelati da protocolli di sicurezza studiati ad hoc. Il Sindaco, sottopostosi per primo ad entrambi i test, ha candidato il proprio comune come modello per il resto d’Italia e come progetto pionieristico primo nel suo genere anche in Europa.

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