Inverno: brevi raccomandazioni per star bene

Fabrizio Pregliasco 
Virologo, Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano. 

Ci stiamo preparando ad affrontare, insieme alle nuove sfide del 2020 appena iniziato, anche il temuto periodo influenzale, che proprio nei primi mesi del nuovo anno ci trova ancora una volta a mettere in atto i piccoli grandi accorgimenti per prevenire mal di gola, febbre e raffreddore e per limitarne le conseguenze. 

La stima dell’anno scorso, di circa 6 milioni di italiani colpiti dal virus dell’influenza, ai quali si associano 8 milioni di contagiati da virus parainfluenzali, è confermata. 

Purtroppo, sono confermati anche i sintomi, che sembrano essere ugualmente presenti in queste diverse forme virali, ma che in realtà si differenziano.

L’influenza si distingue da tutte le altre forme parainfluenzali per la presenza contemporanea di: 

1.Febbre oltre 38° e ad insorgenza brusca; 

2.Almeno un sintomo sistemico (dolori muscolari/articolari);

3.Un sintomo respiratorio: tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola (faringite). 

Se la triplice sintomatologia sopra riassunta è incompleta, non si tratta di influenza propriamente detta, ma di forme sostenute da virus parainfluenzali, in grado di attaccare il nostro sistema respiratorio, con conseguenti infezioni respiratorie acute (raffreddore), mal di gola, ma anche sintomi di natura gastroenterica.

Non si tratta di situazioni particolarmente gravi, a meno che non siano colpiti soggetti anche di ogni età, ma con patologie croniche, o che non siano bambini, o grandi anziani. 

È comunque sempre bene adottare qualche accorgimento di buon senso, che è facilmente possibile perché gli sbalzi di temperatura mettono a dura prova il meccanismo di difesa delle mucose nasali dall’attacco dei virus presenti nell’aria e, limitandone l’azione, riducono proprio la loro attività di difesa.

COSA FARE 

Prevenzione – Se si tratta di influenza, la vaccinazione è importante, nonostante nell’opinione di alcune persone prevalga un preconcetto che rischia di far prendere decisioni contrarie al benessere ed alla salute dei pazienti. 

La vaccinazione non garantisce la protezione totale dai virus dell’influenza, ma riduce notevolmente la probabilità di contagio o le conseguenze pesanti di tale contagio. 

Il successo del vaccino contro l’influenza va misurato in ottica salvavita: l’obiettivo principale è dare copertura ai soggetti fragili e ridurne la mortalità associata. 

La vaccinazione è un’opportunità per tutti, ma ha un’impellenza sempre più alta, in relazione al crescere della fragilità delle persone (anziani, pazienti con patologie cardiache e respiratorie, con malattie tumorali…). 

A tutti i soggetti a rischio, come è noto, il Servizio Sanitario Nazionale offre la vaccinazione gratuita. Anche per le donne in gravidanza, le nuove circolari suggeriscono la vaccinazione a qualsiasi mese.

Cura – Se i sintomi dovessero fare la loro comparsa… 

… E CONTRO LEPIDEMIA DA CORONAVIRUS, COME COMPORTARSI

Restano sempre valide le raccomandazioni per l’autoprotezione verso l’influenza: il lavaggio accurato delle mani dopo essere stati in ambienti affollati è il primo aiuto. Se abbiamo a che fare con persone “influenzate”, l’impiego di guanti monouso e della mascherina di protezione è buona prassi. 

Il virus in questione (2019-nCoV) è una ricombinazione di un virus umano con quello di alcuni serpenti ed è della famiglia dei Coronavirus, virus che si trasmettono tra specie animali diverse. Tipicamente producono forme simili e più banali dell’influenza tradizionale. Sembra avvalorata l’ipotesi sull’origine: il contatto delle persone con vari animali all’interno di un mercato della città di Wuhan, dove vengono venduti anche serpenti. La convivenza stretta tra uomo e animale, tipicamente asiatica, può generare mutazioni dei virus come questa, che diventa pericolosa, perché contagiosa da uomo a uomo ed in grado di determinare non solo sintomi simil-influenzali, ma anche polmoniti potenzialmente letali. Fortunatamente, rispetto all’influenza vera, questo contagio sembra meno facilmente trasmissibile

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